Artisti: Apparatus 22 / Adam Cruces / Caterina De Nicola / Débora Delmar / Gaia Di Lorenzo / Joana Escoval / Marco Giordano / Allison Grimaldi Donahue / Joshua Hopping / Dana Lok / Davide Mancini Zanchi / Ana Manso / Catherine Personage / Marco Pio Mucci / Jacopo Rinaldi / André Romao / Giulio Scalisi / Luca Staccioli / Jennifer Taylor / Hannah Tilson / Ilaria Vinci
a cura di Enzo Di Marino e Alberta Romano
un progetto di CASTRO
In occasione del secondo capitolo di HYPERMAREMMA, organizzato da Giorgio Galotti e Carlo Pratis, CASTRO Project presenta la mostra collettiva Voi rubate del tempo alla fretta, a noi il mare ci impone lentezza a cura di Enzo Di Marino e Alberta Romano nell’eccezionale cornice di Villa Di Lorenzo capolavoro architettonico dell’architetto Oreste Martelli Castaldi.
L’estate è iniziata, il caldo comincia a diventare sempre più logorante, le forze vanno scemando e cresce l’esigenza di ridurre i ritmi lavorativi verso una presunta improduttività vacanziera. Nel contesto di un festival estivo la mostra si propone come un vero e proprio summer show che, con l’estate alle porte, abbracci e inviti chi la visita a riscoprire le potenzialità e la bellezza di un puro ozio vacanziero. La mostra ha come obiettivo quello di restare in linea con questi principi e con l’affascinante ambiente che la ospita: un imponente architettura brutalista, minata e contaminata dalla natura. La casa sorge su uno scoglio e affaccia direttamente sul mare, colate di cemento grezzo vengono intervallate da immense vetrate e giardini segreti.
Voi rubate del tempo alla fretta, a noi il mare ci impone lentezza, vuole essere un invito a rallentare, a “prendersela con calma”, mettendo insieme artisti che hanno avuto tempo di conoscersi durante il periodo di CASTRO studio program a Roma e artisti che, con la loro, a volte, semplice ironia, tentano di stemperare una rigidità di convezione, un intellettualismo a tratti superficiale, che ostenta sempre una rigorosa serietà. Non si parla di improduttività come una forma di resistenza all’invasione e al controllo del tempo lavorativo nella vita di un individuo, non si parla di biopolitica, questa mostra vuole essere un semplice freno, “un’imposizione di lentezza” finalizzata a una più accurata e onesta osservazione di ciò che ci circonda.
Per essere in linea con quest’idea, i due curatori hanno deciso di non intervenire con un contributo testuale, ma con una playlist su Spotify che raccoglierà quelle che, sulla base di un personalissimo gusto, possono essere considerate canzoni che trasmettano agli spettatori una sensazione di rilassatezza, un invito a godersi la vita, un tempo di pausa su cui si riflette semplicemente la vista del mare.